Sapete che le fiabe che vi hanno raccontato da piccoli hanno un lato oscuro?! Siete sicuri di conoscere la vera storia?
... Oggi voglio fare un piccolo cambio di rotta parlandovi non di un film ma di uno dei più famosi cartoni animati firmati Disney: “La bella addormentata nel bosco”. Il film prende spunto dalla fiaba di Charles Perrault tratta da “I racconti di mamma oca”. In breve, un Re e una Regina hanno una figlia e al momento del battesimo una vecchia fata non viene invitata. Questa, indispettita, scaglia una maledizione contro la bambina: prima di compiere i sedici anni, la Principessa si sarebbe punta toccando un fuso e sarebbe morta. Ma una fata buona attenua il maleficio tramutando la morte in sonno profondo, dal quale la ragazza avrebbe potuto svegliarsi grazie al primo bacio d’amore. Così avviene. E' più o meno la storia che tutti noi conosciamo, ma la versione originaria non è questa. La prima versione de "La bella addormentata nel bosco" si intitola "Sole, Luna e Talia" ed è di Giambattista Basile, scritta nel 1634. La versione originaria è molto più crudele e poco adatta ai bambini. "C'era una volta un gran signore, che avendo avuto un figlia chiamata Talia, fece venire gli indovini del suo regno per predirle il futuro. Quelli conclusero che la fanciulla avrebbe corso un gran pericolo a causa di una lisca di lino; per quel motivo il Re proibì che in casa sua entrassero lino o canapa o altre cose simili. Ma essendo Talia ormai grandicella, stando affacciata alla finestra, vide passare una vecchia che filava e incuriosita fece salire la donna. Giocando con la rocca, disgraziatamente una lisca di lino le entrò nell'unghia e Talia cadde morta a terra. Il padre, vedendo la figlia, scoppiò in lacrime e decise di far deporre la giovane nel palazzo, chiuse le porte e lasciò per sempre quel luogo. Dopo qualche tempo, a un Re che andava a caccia scappò via un falcone che volò in una delle finestre della casa e fece bussare al portone credendo che ci abitasse qualcuno. Non avendo risposta, il Re si fece portare una scala e si arrampicò lui stesso nel castello. Giunse nella camera dove giaceva Talia, avvolta dall'incantesimo: il Re, appena la vide la chiamò, credendo che stesse dormendo. Visto che la fanciulla non si svegliava, accecato e infiammato dalle sue debolezza la portò in braccio fino a un letto e lì colse i frutti dell'amore (modo carino per dire che la stuprò!); poi la lasciò coricata e se ne tornò nel suo regno, dove per molto tempo non si ricordò di quello che era successo. La fanciulla dopo 9 mesi partorì 2 creaturine, un maschio e una femmina, i quali vennero curati da due fate apparse nel palazzo e attaccati ai seni della mamma. I 2 neonati, che volevano succhiare e non riuscivano a trovare il capezzolo, le afferrarono il dito e succhiarono tanto che fecero uscir fuori la lisca di lino. Sembrò a Talia di svegliarsi da un gran sonno e, visti i due gioielli accanto a lei, se li mise ai seni e li tenne cari come la vita. Mentre Talia ignorava cosa le fosse capitato, il Re, ricordandosi della fanciulla, con la scusa di andare a caccia andò a cercarla: trovandola sveglia e con i bambini, ne ebbe un piacere enorme. Raccontò l'accaduto a Talia e strinsero un legame sincero. Poi, salutandola con la promessa di portarla con sè, tornò al suo regno, nominando Talia e i figli in tutte le occasioni: se mangiava aveva in bocca Talia, Sole e Luna, così aveva chiamato i figli. La moglie del Re, che aveva avuto qualche sospetto, si prese la febbre. Quindi, chiamato il segretario, gli chiese di raccontarle la verità. L'uomo, sotto la minaccia della vita, le raccontò tutto. La Regina allora mandò lo stesso segretario da Talia, a nome del Re, per dirle che voleva vedere i figli. Lei li mandò con grande gioia e invece quella comandò al cuoco di sgozzarli e, dopo averne fatto diversi piatti, di farli mangiare al povero marito. Il cuoco, che era tenero di cuore, visti i due bambini ne ebbe compassione e affidandoli a sua moglie perchè li nascondesse preparò al loro posto due caprettini in cento salse diverse. Arrivato il Re, la Regina con grande piacere fece portare il cibo. Il Re mangiò con gusto mentre la Regina diceva: "Mangia, chè mangi del tuo!". Dopo un pò il Re si scocciò e se ne andò infuriato. Nel frattempo la Regina chiamò ancora il segretario e fece convocare Talia. Quando si presentò davanti alla Regina questa tutta inviperita le disse: "Sii la benvenuta Troietta. Tu sei quello straccio di lusso, quella malerba che si gode mio marito! Tu sei quella cagnaccia che mi fa avere tanti pensieri per la testa? Bene sei arrivata al purgatorio dove ti farò pagare il danno che mi hai procurato!". Sentendo questo, Talia cominciò a scusarsi dicendo che non era stata colpa sua e che il marito aveva preso possesso del suo paesino mentre lei era addormentata. Ma la Regina fece accendere nel cortile del palazzo un grande rogo e ordinò di sbattercela dentro. Talia si inginocchiò e la pregò che almeno le desse il tempo necessario per spogliarsi dei vestiti che aveva addosso. La Regina, solo per accaparrarsi gli abiti ricamati d'oro, glielo concesse. Mentre Talia si spogliava arrivò il Re e visto quello spettacolo volle sapere cosa stesse succedendo: quando chiese dei figli si sentì rispondere dalla stessa moglie che glieli aveva fatti ingoiare. A quelle parole il Re ordinò che la Regina fosse buttata nello stesso fuoco acceso per Talia e, con lei, anche il segretario che l'aveva aiutata; e mentre stava per fare lo stesso con il cuoco quello si gettò ai piedi del Re e gli raccontò la verità. Nel sentire quelle parole al Re sembrò di sognare e promise al cuoco di ripagarlo adeguatamente. Intanto la moglie del cuoco portò Luna e Sole davanti al padre il quale faceva un girotondo di baci ora con l'uno, ora con l'altro. Dopo aver nominato il cuoco suo gentiluomo di camera, prese Talia per moglie e lei godette una lunga vita con il marito e i figli, accorgendosi con tutte le prove che chi ha fortuna anche quando dorme gli piove in testa il bene!" The End! Ora vi propongo una possibile interpretazione psicoanalitica della storia "La bella addormentata nel bosco" così come la conosciamo (non nella versione originaria). Secondo l’interpretazione psicanalitica di Bettelheim, la fiaba sottolinea come il percorso della crescita sia difficoltoso. Nella storia la Principessa viene punta da un fuso e quando fuoriesce la prima goccia di sangue essa cade in un sonno profondo. Questo avviene quando la giovane ha 15 anni. La prima goccia di sangue può rappresentare la metafora dell'inizio del ciclo mestruale che comporta l'ingresso nella pubertà, la chiusura di un ciclo di vita e l'inizio di un altro. A quel punto la morte della Principessa è una morte simbolica perchè muore la bambina e nasce l'adolescente. La pubertà è un momento di cambiamenti fisici ed emotivi importanti, un periodo di scombussolamento che però, come la storia dimostra, non durerà per sempre. Inoltre, il sonno della Principessa potrebbe rappresentare il pericolo di isolamento che l’adolescente corre quando percepisce la propria vulnerabilità e ha paura di crescere. La pubertà è il periodo in cui ogni giovane si chiude in sè alla ricerca della propria individualità ed è solo il bacio di un Principe che potrà portare a un risveglio. Il Principe è la rappresentazione simbolica dell'altro, del mondo esterno, solo relazionandosi positivamente con l'altro ci si risveglia dal pericolo di dormire per sempre nella vita. La morale della favola? Nonostante tutti i tentativi da parte dei genitori di impedire il risveglio sessuale dei loro figli, ciò avverrà comunque (Il Re non è riuscito a impedire la realizzazione della maledizione nonostante avesse bandito tutti i fusi dal regno). Ovviamente questa non è l'unica interpretazione possibile ma io mi fermerò ad essa. Dott.ssa Annalisa Ciceri Psicologa e Psicoterapeuta Bibliografia: "L'altra metà delle fiabe" di Antonella Castello
1 Comment
|
Categorie
All
|