Un film emozionante, intrigante e molto criticato... da vedere assolutamente!
"Il libro di Henry" racconta la storia di un ragazzino di 11 anni straordinariamente intelligente, acuto, sensibile e (fin troppo) maturo di nome Henry Carpenter (Jaeden Lieberher), che si prende cura sia del suo fratellino Peter (Jacob Tremblay) sia di sua madre Susan (Naomi Watts). E' lui che si occupa di gestire i conti in casa, di risolvere tutte le problematiche ed è anche un bravo inventore. Henry è dotato anche di ottime capacità osservative e infatti scopre che una sua compagna di classe e vicina di casa, subisce degli abusi da parte del patrigno Glenn Sickelman. Nonostante i suoi diversi tentativi di denuncia ai servizi sociali e le richieste di intervento alla preside della scuola, Henry non riesce ad aiutare la compagna perchè il padre è un commissario di polizia e, in quanto tale, è intoccabile. Nessuno vuole mettersi contro di lui. A questo punto Henry inizia a progettare un piano complesso per uccidere l'uomo e scrive tutto nel suo libro rosso. Mentre studia il suo piano nei minimi dettagli, Henry si sente poco bene e viene ricoverato in ospedale dove gli viene diagnosticato un tumore al cervello. Henry, da grande studioso e ragazzino sveglissimo, capisce che la sua situazione è grave e che gli rimangono pochi giorni di vita. Al fratellino dice: "Dopo che non ci sarò più dì alla mamma di leggere il mio libro rosso, deve leggerlo solo lei, non tu". E così, dopo la sua morte, il compito di salvare la ragazzina spetta alla madre che viene guidata dalle parole del figlio tramite audiocassette. Come finirà? A voi il compito di scoprirlo. Il film è stato molto criticato, ma a me non interessano le critiche ma le emozioni e questo film mi ha emozionata nel toccare alcune tematiche. Nel film c'è una frase molto bella e significativa, Henry parla con la madre e le dice: "La violenza non è la cosa peggiore del mondo", la madre gli chiede quale sia e lui dice: "L'apatia". L'apatia è la conseguenza dell'abuso, delle violenze ripetute che spengono l'anima delle persone, è questo che Henry nota nella compagna: non mangia, non ride, non parla, sembra persa... Nel film, inoltre, si coglie benissimo il tema dell'inversione di ruoli (madre-figlio). In una scena la madre gioca alla playstation e il figlio rincasando le dice di spegnere e andare a letto, lei temporeggia perchè deve uccidere l'ultimo mostro (!). Chi di noi non ha vissuto questa situazione? Ma sicuramente è stata vostra madre o vostro padre a richiamarvi, non viceversa! L'adulto dovrebbe avere una maturità tale da fungere da guida per il figlio, maturità che Susan non sembra avere. Ecco che quindi la morte di Henry la mette duramente a confronto con i suoi limiti, è costretta a fare i conti con la sua mancanza di autonomia e, piano piano, passa dal non saper pensare senza il figlio a liberarsi dalla dipendenza da lui. Alla fine la madre capisce che in fondo Henry è solo un bambino. Dott.ssa Annalisa Ciceri Psicologa e psicoterapeuta
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